Il Retrobottega del Coach n°1-2020

nello spettacolo, è questo il bello: non puoi essere definito. Sposo la teoria di un fisico quan- tistico che dice che siamo real- mente tutti collegati e quindi ciò che facciamo all’altro lo faccia- mo a noi stessi. Definire chi siamo è veramente complesso, se devo dare una definizione di chi siamo riprendo il suo ragio- namento in cui sostiene che Dio non è altro che un’entità che si è data l’opportunità di esistere per conoscersi. E ciascuno di noi rappresenta una micro particel- la di questa conoscenza, che è in atto momento per momento. E con questo penso che ci possia- mo salutare, è stato molto inten- so e piacevole questo viaggio con te, grazie Massimo per la tua disponibilità a raccontarci “i tuoi spiriti”. versione di uno storico polacco, ma non chiedermi il nome perché ha un cognome impro- nunciabile. E’ come se mi avesse tirato fuori quello che ho sempre sentito, ossia che Giuda è l’unico che ha capito Gesù, vedendolo insieme a Maria Maddalena e la Madonna per quello che è, non il messia che impugna anche la spada ma solo un capo spiritua- le venuto a portare un nuovo verbo. Per questo c’è per me una grande spiritualità in questo personaggio, Giuda non tradisce Gesù al contrario lui sacrifica la sua esistenza ed il suo nome per l’eternità, acconsentendo di immolarsi per il suo più grande amico, Gesù. E questo ci porta a pensare a quante forme di spiritualità ci sono nel mondo e che generano molte religioni diverse. Perfetto, per facilità fermiamoci alle tre religioni monoteiste, che pensano di avere tutte ragione e che si sono fatte la guerra e con- tinuano a farsela. Questo dovrebbe farci pensare che forse non ha ragione nessuno visto che hanno profeti diversi ma un unico Dio. Penso che la spiritualità sia un’esigenza connaturata nell’uomo, che si fa sentire fortissima negli ultimi tempi in cui non sappiamo neanche dove andarla a cercare. Fino a 70 anni fa c’era ancora una forte parte di vita contadina, là la spiritualità era quotidiana, la si viveva con la pratica dell’esist- enza e della vita a contatto con la natura. La vita contadina era altamente spirituale, si curava delle piante e degli animali, ci dialogava. Spero che questo virus abbia aiutato una parte dell’umanità a capire che c’è bisogno di spiritualità e religio- sità, religiosità dal latino religo ricollegarsi, perchè abbiamo tanto bisogno di ricollegarci tra noi e alla natura. Parlo di reli- giosità e non di religioni, sono 2 cose molto diverse, le quali dovrebbero essere una risposta a questa esigenza ma si sono allontanate dalla spiritualità dal momento che sono sempre state strumento del potere. Spero che si capisca che, animali, piante, pietre, noi essere umani siamo parte di un unico organismo, dobbiamo capire che consuman- do il pianeta le cui risorse sono limitate consumiamo noi stessi. Massimo c’è una domanda sullo spirito che non ti ho fatto? Lo spirito libero, si dice di qual- cuno che è capace di pensare con il suo cervello ed ha anche il coraggio di pensare cose invise. Per esempio la morte, noi occi- dentali la viviamo come un fatto da rimuovere altre culture invece la festeggiano collettiva- mente. Noi piangiamo, soffria- mo e ci disperiamo invece di essere contenti per il defunto che potenzialmente è andato i paradiso, tanto più che ci inse- gnano che esiste. Questo mi sembra un grande controsenso, così come il fatto che i morti si nascondono ai bambini mentre in altri paesi è un fatto che viene vissuto da tutti grandi e piccoli. Ame è capitato in una conversa- zione tra amici di dire che nel momento della morte avrei voluto essere perfettamente sveglio per vedere cosa accade e godermi il momento forse più importante della vita insieme alla nascita di cui però non ci ricordiamo. Si è sollevato un gran vespaio e sentimenti forti, ho rischiato le botte non si può parlare della morte. Senti Massimo ho una curiosi- tà, quanti spiriti coesistono in te? Non lo so, penso tantissimi in ognuno di noi. Lo dico anche 6

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