Il Retrobottega del Coach n°1-2020
Cosa ti piacerebbe interpreta- re finito questo periodo come prima cosa, cinema o teatro? Ti direi teatro in prima battuta però in realtà non lo so. Il teatro è un rito collettivo mentre il cinema è un’esperienza intima. Sono due cose molto diversi tra loro. Nel teatro il pubblico on si identifica con il personaggio ma con la situazione, nel cinema lo spettatore si identifica con il personaggio. Nel teatro mostri ed amplifichi il pensiero, nel cinema te lo fai rubare dalla telecamera. Quando faccio cinema devo combattere con la tentazione del mostrare che invece mi appartiene e che esprimo in teatro. Quindi ti autocoache ogni volta che fai cinema, visto che il coach è quello che parla meno e ascolta di più? Brava, questo è quello che dovrebbe fare ogni attore. Avere una parte recitante che viva le emozioni del personaggio ed una parte autosservante che rimanga distaccata sempre. Per questo è un mestiere molto diffi- cile e pericoloso, sei molto espo- sto, la schizzofrenia è dietro l’angolo, è come se fossi senza pelle. Non è sempre facile accet- tare questa condizione, a volte mi aiuta lo spirito ironico altre volte soggiaccio alla disperazio- ne. Qual è il personaggio che ricor- di con più affetto tra quelli che hai interpretato? Giuda. Un personaggio meravi- glioso che in qualche modo è stato il personaggio protagoni- sta di una sterzata storica. Nella tradizione cattolica viene rac- contato come il traditore per eccellenza ma io ne ho una visio- ne totalmente differente, sup- portata anche dalla lettura del Vangelo secondo Giuda nella Sono venute fuori storielle spiri- tose ma mi sembra anche qual- cosa di più, una parte che non frequento o che frequento poco. E comunque scrivendo ho capito che i ragni sono brave persone, mi hanno dato un sacco di idee. Mi viene in mente un’altra forma di spirito di cui voglio parlare con te, lo spirito santo, che poi non sempre è Santo. Tu cosa ne pensi? Lo spirito santo è la terza perso- na della famosa trinità. Ora pre- metto che ho una formazione cattolica che ha pesantemente influenzato la mia esistenza, e aimè ancora l’influenza, ma da un punto di vista razionale non sono assolutamente cattolico, ne monoteista in nessun senso. Anzi penso che le religioni mo- noteiste abbiano rovinato il pia- neta, non che il pianeta non avesse problemi anche prima delle religioni monoteiste, però hanno rappresentato un peggio- ramento in quanto hanno una visione antropocentrica dell’esi- stenza. Ci fanno pensare che la natura sia a nostro servizio quando non è così. Noi siamo dentro la natura, noi siamo natura e non padroni di essa, è l’utilizzo che ne facciamo è errato e le ultime vicende vedi covid lo dimostrano in maniera clamorosa. Comunque senza parlare di complotti, anche se rimango con tante domande, non possiamo pensare di consu- mare il pianeta a piacimento senza conseguenze, perché il pianeta risponde. Non perché gli importi qualcosa di noi ma perchè noi roviniamo i suoi eco andemici sempre più frequenti, penso a Sars, Ebola, Mucca Pazza… siamo arrivati un nano- secondo fa rispetto al tempo cosmologico del pianeta siamo già riusciti a creare un casino impressionante. Possiamo dire che non siamo entrati nello spirito del piane- ta? Possiamo dirlo, anzi abbiamo cercato di intaccarlo, non riuscendoci completamente, e quindi per il pianeta siamo una malattia. Lo spirito del pianeta si sta ribellando. Ad esempio pensiamo che piante e animali non abbiano un’anima quando non sappiamo cos’è un’anima, e questo mi fa molto ridere, siamo convinti che solo noi ne abbiamo una. Non credo che sia così, anzi sospetto che non sia una cosa con cui di diritto nasciamo ma che dobbiamo conquistarla. Dovremmo porci molte più domande. Spero che lo spirito del pianeta sia più forte di noi e ci dia qualche suggerimento su cosa fare per coabitare armonio- samente con tutto l’esistente. Massimo siamo partiti dallo spirito alcolico ed ora mi viene la curiosità di sapere come si presenta il tuo spirito tentato- re. In innumerevoli facce e sem- bianze, sono aggredito conti- nuamente dalle tentazioni. Come diceva Oscar Wild: “l’uni- co modo per liberarsi di una ten- tazione è cedervi”, io ho seguito il suo consiglio ed ho ceduto a quasi tutte le tentazioni che si sono presentate. Non tuttissi- me, ad esempio a volte avrei voluto ammazzare delle perso- ne e non l’ho mai fatto, a quello non ho mai ceduto. Come coabita lo spirito bambi- no con l’attore? Lo spirito bambino in un attore è felice perché può divertirsi e giocare, purtroppo nell’attore c’è anche l’uomo e lo spirito bambino non sempre è libero di esprimersi perché l’uomo deve sottostare anche agli impegni secolari. 5
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