Il Retrobottega del Coach n°1-2020

anni, ma quando sono morto mi hanno seguito in tanti. Oggi la psicologia transpersona- le è più diffusa di quella analiti- ca». La psiche è troppo poco per lei? «Certo, non si può guardare l'uomo solo da lì, è un pezzo troppo piccolo del nostro essere umani, noi siamo più di quello. La mia è stata una ricerca spiri- tuale, ma ho usato il linguaggio del momento per divulgarla. Se io dovessi riassumere il mio lavoro, le direi che ho rinunciato a tutto. Anche alla personalità. È stato un lavoro di disidentifi- cazione, anche dalla psicoanali- si». C'entra in qualche modo la sua biografia con la sua ricer- ca? «Io penso di sì. Ho perso il papà a due anni e sono stato adottato dal secondo marito di mia mamma medico, di cui infatti ho preso il cognome». In effetti la psicanalisi ha lavorato molto sul padre. Potremmo dire che creando la psicosintesi lei ha supera- to la psicoanalisi? «Non l'ho mai detto nemmeno a me stesso, ma sento una grande emozione mentre me lo dice. La mia vita ha dato molti frutti, ma mi sono costruito un'immagine irreprensibile per autorizzarmi. L'ho fatto ammazzando dei padri nella mia vita segreta». Negli anni in cui la psicoana- lisi si occupava molto della patologia, lei propone un metodo di crescita perso nale che andava al di là dell'aspetto terapeutico. Im- maginava che potesse porta- re gli uomini a costruire un mondo migliore? «Certamente e direi anche che è Sguardo bonario, naso impor- tante che denuncia le origini giudaiche e lunga barba bianca stile hipster in quarantena, Roberto Assagioli, nato Roberto Marco Grego a Venezia nel 1888, è stato un pensatore molto avanti sugli anni, visto che ha ideato un metodo che mette insieme i processi dinami- ci della mente e l'interesse per la dimensione spirituale, cosa che oggi va alla grande. Laureato in medicina, studioso di Freud che ha tradotto con il beneplacito del maestro, lo Scienziato dello Spirito, inizia a perfezionare e armonizzare le dimensioni della coscienza fin da giovanissimo. «Voglio essere sempre presente a me stesso», disse a 12 anni, come riporta un frammento di un'intervista. Protagonista della storia cultu- rale del primo 900 e della sua intensità esplosiva – ha tradotto dal tedesco il filosofo prussiano Johann Hamann, studioso mistico, detto il mago del Nord- membro di spicco del movimen- to psicoanalitico agli esordi, tanto da essere definito il primo psicoanalista italiano, Assagioli e si è poi ritirato in una progres- siva interiorizzazione con la psicosintesi. Per lui l'uomo è il punto di incon- tro tra visibile e invisibile, tra spirito e materia. Sentiamolo in questa intervista impossibile. Professor Assagioli, psichia- tra, psicologo, filosofo, teoso- fo. Che cosa pensa di questa quarantena che l'umanità ha appena vissuto? «La quarantena non esiste, è un'invenzione. Si tratta solo di un modo culturale di gestire ciò che abbiamo creato. Un modo culturale mondiale. Un modo culturale nazionale. Un modo culturale famigliare. Un modo culturale individuale. Insomma la quarantena l'hai inventata tu. Che cosa hai incontrato? Hai incontrato un poliziotto che ti ha fatto una multa. Hai creato una nuova abitudine. Hai incontrato una meditazione. La quarantena l'hai creata tu e ti sei stupito di quello che hai creato. La quarantena è un'iniziazione. La tua iniziazione spirituale». Facciamo un passo indietro. Ai suoi esordi, lei ha ricono- sciuto «la straordinaria importanza pratica delle ricerche di Freud», ma ne ha anche colto i punti deboli delle teorie. Ce ne vuole elen- care un paio? «Più che alle teorie, alle psicoa- nalitiche e ai loro punti deboli mi sono ribellato, alle aspettati- ve di Freud nei miei confronti. Sigmund voleva che portassi la psicoanalisi in Italia, ma io ho scelto un'altra via e dell'analisi, psicoanalisi, sono andato verso la sintesi ovvero la psicosintesi». Lei è stato un apripista. «Ho sempre lavorato per una dimensione spirituale, per l'uomo completo. In quel mo- mento ho fatto un passo in avanti forse inatteso per gli Roberto Assagioli, lo scienziato dello spirito Silvia Gavino intervista Gabriele Baroni che canalizza Roberto Assagioli 16

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