Il Retrobottega del Coach n°1-2020

non mi concedo, e che invece possono contenere un tesoro, cioè un potenziale, da integrare per maturare. Una domanda più generale. C’è più o c’è meno esigenza di spi- ritualità nel mondo di oggi? Ti darò una risposta forse contro intuitiva... ma secondo me ce n’è di più. Siamo alla fine di un’era oscura, orientata soltanto alla materia, alla tecni- ca, e molto lontana dal divino. Ma è proprio prima dell’alba che viene il buio più nero... Credo che ci sia latente un grande risveglio spirituale, che sta per arrivare. Spirito è Vita. Siamo in chiusura del nostro incontro: partendo da “non sono un vero e proprio spiri- tual coach” e “la parte spiri- tuale è il retroterra presente in tutto quello che faccio”, abbiamo avuto un dialogo sullo spirito, le dimensioni, l’ombra, dialogo che ha coin- volto anche il senso dell’esist- enza. Prima di salutarci, ancora una domanda: Chi sei dopo questo colloquio? Una persona più innamorata della dignità e bellezza della natura umana. Non intendo solo degli aspetti più alti o sottili, ma anche della quotidianità, o delle parti in ombra. Mi sento una persona più fiduciosa. Una parola per chiudere? Ringraziandoti per la qualità del tuo esserci, emerge ora non una sola parola, ma tre: ciclo della Vita. Perché la Vita è qualcosa di più forte e grande di tutto. mondo, certamente è responsa- bilità nostra prenderci cura degli enti, ma in realtà siamo co-creatori e allo stesso tempo creature. Noi siamo nello spirito e allo stesso tempo lo spirito è qualcosa di più. E dimmi… lo spirito è sempre santo? (ride)… No. Perché il bene e il male esistono e sono utili entrambi, in una visione dall’alto. Per te quindi il male esiste? Sì, e in questo caso ho anche una definizione: il male è un livello inferiore di coscienza. Oggi a noi sembra male combattere per una religione, ma in un livello di coscienza per noi ormai supera- to ciò era reputato un bene. Un altro livello di coscienza è usare la ragione: migliore del prece- dente se vuoi, ma sia io sia te sappiamo che non c’è solo la ragione, ma anche il cuore o, se preferisci, non solo la parte intellettuale della mente, ma anche quella analogico-simboli- ca; il freddo calcolo è per noi oggi un male. Per me “male” è non stare nella complessità, perché la realtà è complessa ed è più faticoso starci. Sì, esattamente. Però ti ho dato una definizione a livello intellet- tuale; a livello morale invece il male è una forza, nel senso che non è semplice assenza di bene. È qualcosa di concreto. E, infat- ti, se vogliamo fare il bene, dob- biamo impegnarci. Nel tuo essere coach influisce questa visione? Sicuramente sì, perché pur non trattando specificamente di spiritualità, questo modo di con- cepire l’esistenza mi permette di focalizzarmi sul potenziale in un paradigma di crescita ed evo- luzione. Le persone che incontro hanno un’affinità di percezione. Riprendiamo ora il filo dell’intervista, nella dimen- sione più concreta e presente. Nella tua giornata tipo da cosa non prescindi? Sicuramente mi sono un po’ dilungato nelle risposte... Ora sarò più diretto. Quindi, ti rispondo così: non prescindo dal camminare… Come hai trasformato, se lo hai fatto, il significato che ha per te camminare alla luce della situazione di inizio 2020? Per me camminare era andare sulla e per la propria strada. Oggi è anche aprire un cammi- no, un’esplorazione - innanzi- tutto in senso individuale ma, a cerchi concentrici, anche per gli altri. La metafora del percorso ha una sua forza: essere coeren- ti con la propria anima, in accor- do con lo spirito. Lo spirito è anche tentatore? Se sì, come si presenta questo aspetto in te? Bellissima domanda! Lo spirito tentatore, nella mia esperienza, prende forma nella mancanza di fede. Bisogna sempre avere dubbi metodici per non diventare dog- matici, e questo è certo: ma il dubbio sulla direzione della pro- pria missione… questo è per me lo spirito tentatore. Oppure quella voce che depotenzia il talento… Sono comunque parti da riconoscere e da utilizzare, anche se spesso stanno sullo sfondo o addirittura nell’ombra. Per te l’ombra che cos’è? Due cose: innanzitutto, la parte che non conosco di me, e che sono qui per conoscere (“cono- sci te stesso”); ma anche quella parte o quelle parti che giudico o 10

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