Il Retrobottega del Coach n°1-2020
svolta. È come una visione retrospettiva, che dal futuro guarda all’oggi, appunto in una contemporaneità di dimensioni. Altra cosa è usare la spiritualità per scappare, evadere dalle situazioni ed esperienze della vita. La spiritualità è invece un cammino di crescita. Hai parlato di spiritualità. Cos’è invece per te lo spirito? E cosa lo distingue dall’ani- ma? Lo spirito è come se fosse un oceano di possibilità; l’anima è come la cresta dell’onda che emerge dall’oceano. Lo spirito è per me sia immanente (cioè pre- sente qui) sia trascendente (oltre). Platone pone il mondo delle Idee come trascendente rispetto al mondo materiale. Aristotele considera l’assunto del suo maestro un’aporia, cioè una strada senza uscita, che genera una dualità insuperabile tra i due mondi e allora pone le Idee (forme) e l’anima come essenze delle cose materiali. Io ho sempre vissuto tra i due poli, spirito oltre la materia e spirito nella materia. Poi, con Heideg- ger, ho tentato una sintesi: quando in una fitta foresta c’è un oggetto sotto gli alberi, dall’alto non si può vedere quell’oggetto; ma se l’oggetto è nel mezzo di una radura, allora sarà visibile. La radura è l’esse- re, mentre l’oggetto è l’ente. Se l’essere è lo spirito, lo spirito allora sarà ciò che permette di percepire gli enti (che non sono solo le cose, ma siamo anche noi): è quindi sia immanente sia trascendente. E vive dentro di noi... o anche fuori di noi? Lo spirito siamo noi, ma c’è anche un’alterità. Quando si dice che siamo creatori del Marco Fardin è naturopata e coach. Lauerato in filosofia, ha uno sguardo di senso sulla vita e l’evoluzione di coscienza. Tiene conferenze, incontri e sessioni individuali sulla manifestazione del potenziale e del talento pre- senti in ognuno di noi. Ciao Marco, benvenuto! Hai voglia di dirmi chi sei e che cosa fai come spiritual coach? Io non sono un vero e proprio spiritual coach, nel senso che la parte spirituale è il retroterra presente in tutto quello che faccio, tra cui il coaching. Mi potrei definire un talent coach, perché il mio contributo è quello di aiutare le persone a scoprire e a portare avanti il proprio talento, il proprio potenziale. Come inserisci questo retro- terra nel talent coaching? Prima devo dirti che cosa è spiritualità per me. Ovviamente spirito e spiritualità hanno migliaia di definizioni, ma qui voglio darti la mia visione, non una definizione. Per me la spiri- tualità ha a che fare con il con- cetto di “dimensione”... si tratta di comprendere che non abbia- mo soltanto una dimensione, ma siamo in più dimensioni contem- poraneamente. C’è la dimensio- ne “litigare col capoufficio”, ma anche quella in cui si ama il capoufficio… E che differenza c’è fra dimen- sioni e parti? In questa prospettiva, le parti sono dimensioni a livello “oriz- zontale”: in una parte siamo litigiosi, in un’altra “bravi bam- bini”, studiosi, ribelli, leader, ecc… Nel coaching dei talenti, ad ispirazione gestaltica, si lavora con tutte le parti, che hanno dignità di parola. Le si include. Sì. Invece il livello delle dimen- sioni, in questa visione della spiritualità, è “verticale”, quindi è qualcosa che noi già stiamo vivendo, ma in un altro tempo: una parte è qui e un’altra ci viene incontro dal futuro. C’è una multicontemporaneità di parti in senso orizzontale (pre- sente), ma anche verticale (noi dal futuro, potremmo dire). Quindi è un tempo diverso. Siamo a livello dell’anima? Sì, lo sguardo non è soltanto sulla personalità, ma anche sull’anima: uno sguardo di potenzialità molto più ampio, che permette anche di trasfor- mare il dramma in potenziale - nel senso che il dramma è qual- cosa per la personalità, non per l’anima. Ad esempio, il dramma del lockdown potrebbe invece rivelarsi - con uno sguardo dall’alto (sub specie aeternita- tis) – un momento epocale di Il coaching a più dimensioni Roberta Bailo intervista Marco Fardin 9
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